1. Il ministro Nicolais propone di assumere nelle amministrazioni pubbliche un nuovo dipendente previo prepensionamento incentivato di tre dipendenti anziani. Offerta speciale ai contribuenti italiani: "paghi quattro e prendi uno", in aggiunta al tradizionale "paghi tre e prendi zero".
2. L'attuale legge elettorale non prevede voto di preferenza; col voto di preferenza si potevano "trombare" i politici inefficienti; i politici "trombati" venivano ricompensati con inutili incarichi retribuiti nei CdA delle amministrazioni pubbliche. Offerta speciale agli elettori italiani: scegli uno, paghi due e caro.
Sembra che i mali dell'Italia derivino tutti dalla legge elettorale. Che la maggioranza sia formata da un coacervo di partiti, che il programma di riferimento giustifichi richieste contrapposte e liti continue, che ci sia accordo solo su conservare il potere ed evitare di cederlo ad altri, che lo scarto di voti sia stato percentualmente rilevabile ricorrendo a due cifre decimali non ha alcuna rilevanza o è colpa della legge, che fra l'altro non ha consentito una solida maggioranza al Senato senza maggioranza di voti e ha abolito il voto di preferenza.
A quanto so, la diversa formazione del Senato è prevista dalla Costituzione e non mi pare che sia colpa di questa Legge se anzichè accelerare il passaggio da un bicameralismo perfetto a un sistema parlamentare più efficiente si è voluto buttar via quanto fatto in tal senso. Merito di questa legge è invece avere regalato alla maggioranza un numero supplementare di deputati, che le ha permesso non di poter governare ma di arrogarsi il diritto di comportarsi come se rappresentasse la stragrande maggioranza degli italiani, anzi la totalità con le sue beghe interne, come se non esistesse una minoranza da rispettare e ascoltare, per quanto piccola fosse.
E' sicuramente giusto che gli elettori possano scegliere nominativamente i loro rappresentanti, sebbene personalmente non abbia mai indicato preferenze, semplicemente perchè non conoscevo sufficientemente le qualità dei candidati per poterlo fare. Si dice anche che la preferenza serve a non eleggere personaggi negativi, ma in questo caso non indicarne il nome scegliendo un altro o non scegliendo alcuno è pressocchè equivalente. A quanto ricordo le liste sono sempre state formate dai partiti, non so con quali criteri, ma ero e sono convinto che tutti, una volta eletti, si comportano come gli altri e come quelli che li hanno preceduti: da "eletti", da privilegiati ossia, con termine attuale, da casta. Per questo mi limitavo a votare in opposizione a quei partiti i cui programmi erano decisamente in contrasto con le mie idee.
Nel sistema uninominale persona e partito coincidono. Si può scegliere la persona o il partito, ma comunque, in caso di vittoria, viene eletta quella persona. Diversamente con le liste si può avere simpatia per la persona e non per la lista e viceversa, ma votando per la persona si favorisce sicuramente la lista senza alcuna garanzia che in caso di vittoria la persona venga eletta. Per questo non trovo scandaloso che nelle liste siano fissate a priori le graduatorie per l'elezione. Si sceglierà la lista fatta meglio riferendosi alle persone o quella con il programma più consono alle proprie posizioni politiche, confidando che i partiti abbiano voluto e saputo scegliere i migliori per attuarle. Se invece vi è possibilità di indicare più preferenze si può scegliere chi più piace e la graduatoria sarà data dalle preferenze. Per evitare la possibilità di messaggi cifrati e voti comprati si è passati alla preferenza unica. In questo caso, se non è garantita l'elezione prioritaria del capolista, è probabile che a lui vada la stragrande maggioranza dei voti di preferenza essendo la persona più nota e rappresentativa, mentre la scelta degli altri candidati è residuale, praticamente inesistente. Se invece il capolista è comunque il primo degli eletti, vi è possibilità di una scelta per i seggi rimanenti. Non so quanti si avvalgono con scienza e coscienza del voto di preferenza, ma anche in questo caso credo che la scelta sia fatta da pochi, non molto diversamente dalla scelta fatta dai partiti. Naturalmente si potrebbe tornare a preferenze multiple ed evitare i brogli con altri sistemi.
Come tutti dicono, quella vigente sarà senz'altro una pessima elettorale, ma non può essere tutto soltanto colpa sua, visto che anche in Germania per superare certe situazioni è stato necessario il buon senso dei politici. Altro Paese, altra legge, altri politici.
E' giusto punire quei reprobi che di solito girano a piedi o in bicicletta o con i mezzi pubblici, che raramente e solo quando non possono farne a meno usano l'automobile, quei retrogadi che non cambiano la vettura tutti gli anni e nemmeno tutti gli anni bisestili, che posseggono un veicolo per niente accessoriato ma regolarmente sottoposto a verifiche, che non intasano il traffico cittadino se non per poche ore all'anno, che non si decidono a rinunciare ad avere un'auto perchè "non si sa mai se se ne può avere bisogno, alla nostra età", che non si decidono a cambiarla perchè è complicato decidere, perchè pensano sia uno spreco comprare un'auto che comunque fra qualche anno sarà ancora nuova ma non più conforme alle nuove norme estetiche o ecologiche, perchè quella che hanno è poco appetibile e può starsene quasi sicura sulla strada, perchè sono affezionati alla vecchia e per mille altri motivi. E' giusto punirli, aumentare le già notevoli spese fisse, incentivarli a usare di più l'auto per poterle ripartire su più Km o obbligarli a scegliere tra rinunciare alla propria indipendenza e fare una spesa superflua o per loro inutile. Non basta aiutare a prendere un'auto meno inquinante chi la usa 2, 3, 10 ore la giorno e che in ogni caso deve cambiarla frequentemente, bisogna anche punire chi la usa 10, 20 ore all'anno e non sente la necessità, il dovere civico di cambiarla. A questi conservatori è giusto aumentare di 100 euro la tassa automobilistica e farli girare per uffici per poter conoscere l'importo dovuto ed è giusto che a punirli siano governi di centrosinistra, composti da uomini non sospettabili di agire per favorire case automibilistiche, concessionari o magari sè stessi.
Anche i tranquilli pedalanti sognano. Sognano la discesa dopo la salita, le fontanelle di un tempo andato, automobilisti che non scambiano le loro scargianti divise per incorporei miraggi o immobili abbattibili birilli; sognano che le portiere delle auto in sosta non si aprono improvvisamente, che i pedoni attraversano solo sulle apposite strisce, magari non a passo di samba; sognano di avere corsie riservate o almeno spazio sufficiente per pedalare senza essere co-stretti fuori strada, di poter respirare aria pura, di trovare indicazioni stradali che portano giusto a destinazione e non invece a strade a loro vietate, a giri viziosi; sognano vetture che non li superano a sinistra per poi girare subito a destra obbligandoli a cadute o a sconosciute manovre acrobatiche, con conducenti convinti che "mettendo la freccia" possono fare quello che mai farebbero quando in luogo dell'esile bici ci fosse un'altra vettura; sognano asfalto senza buchi e, talvolta, strade senza asfalto; sognano ..., fiduciosi che almeno il primo di questi sogni si avvererà.
Nessun commento:
Posta un commento