martedì 21 settembre 2010

Luglio 2008

21/07/08

Tutela istituzionale

"Io non ci sto!" - Se l'allora Presidente della Repubblica Scalfaro potè parlare così alla televisione non vedo perchè l'attuale Presidente del Consiglio Berlusconi non possa pensare altrettanto e cercare una soluzione in modo meno arrogante e più democratico. Chi ora grida allo scandalo per il lodo Maccanico-Schifani-Alfano dovrebbe aver fatto almeno altrettanto allora. E' vero che delle quattro cariche istituzionali coinvolte oggi solo una ne beneficia, ma in futuro, come in passato, ognuna di esse potrebbe trovarsi nella stessa condizione. Si può ritenere sbagliata una tutela istituzionale, ma trovarla giusta e necessaria  ma solo a partire dalla prossiama legislatura, come taluno dice, mi sembra una cosa del tutto insensata: se è giusta, quanto prima tanto meglio. Mi pare ragionevole  risolvere un problema attuale e non solo quelli futuri; i casi che si presentano possono non essere stati previsti dal legislatore e se sono improponibili norme specifiche e immediate perchè considerate "ad personam", si rischia di 'chiudere la stalla quando i buoi se ne sono usciti'.
E' vero che la Costituzione dice che tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, ma anche che la libertà personale, la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili, che la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, che agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia, che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica, ecc., ecc.
Se tutti sono eguali davanti alla legge, uno non dovrebbe essere trattato meglio ma nemmeno peggio di tutti, i magistrati non dovrebbero abusare del loro potere e rispondere degli errori imputabili a negligenza o dolo, come gli altri.
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