martedì 21 settembre 2010

Maggio 2007

25/05/07

Strano Paese

E' uno strano Paese questa nostra Italia; un Paese dove le Ferrovie non rispettano gli orari, gli Enti pubblici non rispettano i cittadini e i cittadini non rispettano la legge, i governanti sprecano il pubblico denaro e i governati evadono le imposte, l'innocente  sta in carcere in attesa di giudizio e il giudicato colpevole non sconta la pena; un Paese dove la disoccupazione si combatte con l'immigrazione, la delinquenza con l'indulto e magari l'attesa per le prestazioni sanitarie estendendole ai marziani; un Paese dove si presume che i giudici sbaglino due volte su tre e che non debbano pagare per i loro errori, dove Costituzione e referendum sono da rispettare quando fa comodo e disattesi altrimenti, dove i lavoratori hanno le retribuzioni fra le più basse d'Europa e i parlamentari le più alte.   
Gli orari ferroviari non servono per sapere quando un treno parte o arriva, ma solo all'incirca quando potrebbe o dovrebbe arrivare o partire e le coincidenze sono eventualità non certe.
Sulle strade molti limiti di velocità sono posti in modo da renderne impossibile il rispetto e certa la multa, altri sono immotivati e anche il più diligente degli automobilisti deve ammettere che è da stupidi rispettarli: limiti di 50 Km/h su strade non trafficate, in aperta campagna, bene asfaltate, senza case o incroci o di 30 km/h dimenticati dopo lavori stradali e senza il segnale di fine limite. Certe assurde limitazioni  sembrano fatte non per garantire la sicurezza ma per essere violate, per incentivare comportamenti illegali, per fruttare soldi ai Comuni. Per limitare la velocità dove serve, basterebbero i dossi artificiali ben segnalati: funzionano, ma non incrementano le entrate comunali. Se troppo spesso le norme non sono fatte rispettare o sono evidentemente insensate e inutili, non vengono osservate nemmeno quelle più che giustificate e necessarie. 
Giustamente si depreca l'evasione fiscali, ma quando il pubblico denaro viene sprecato o usato per privilegi alla classe politica e ai suoi clienti, non può meravigliare che il cittadino non si senta moralmente impegnato a  fornirlo. Dando per certa l'evasione, lo Stato aumenta l'imposizione e il cittadino, adeguandosi, se può evade. E' più riprovevole chi non contribuisce alle spese dello Stato o chi quelle spese le fa malamente, immoralmente pretendendo e sprecando i soldi dei cittadini? Entrambi defraudano i contribuenti che pagano, ma il comportamento dei governanti può motivare quello dei cittadini e non viceversa. Non tutti comprendono il dovere di rinunciare a sudati guadagni perchè i politici, con voto unanime, possano "adeguare" le loro competenze; non tutti capiscono perchè invece debbano rimanere immutati e sempre più inadeguati i limiti di reddito oltre i quali si è indegni di benefici e agevolazioni, perchè mentre diventano sempre più poveri lo Stato li consideri sempre più ricchi.
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