martedì 21 settembre 2010

Aprile 2007

27/04/07

Viva il treno!

Trenitalia, le disavventure di un cliente.
Cambiano i governi, cambiano i ministri, cambia il nome, cambiano gli amministratori, ma le ferrovie italiane rimangono inaffidabili.
Trenitalia ha il suo bravo sito web, con orari e prezzi: uno entra in Internet, valuta e sceglie. Prezzo e orari sono chiari, espliciti, precisi, senza "se" o circa" o "probabile" o, che so,"dati indicativi". Lui sa che non deve prendere per oro colato tutto quello che è in Internet, ma pensa che, ora con la serietà al governo, anche le ferrovie dello Stato siano serie e si fida. Sapendo che c'è prenotazione obbligatoria, qualche ora prima va ad acquistare il biglietto; ha qualche difficoltà perchè nella stazione (di Vicenza) ci sono lavori in corso, la biglietteria non è dov'era e dove ancora indicano i cartelli, ma alla fine ce la fa. Alle 12:42 parte e alle 14.55 arriva puntuale a Milano Centrale . Guarda il tabellone arrivi/partenze e trova che il treno da Torino è in ritardo di 30 minuti e conseguentemente ripartirà per Torino con 30 minuti di ritardo. Probabilmente per le ferrovie italiane è poca cosa, normalità; ma per chi, sulla base del programma di viaggio fornito in www.trenitalia.it, a Novara dovrebbe aspettare 9 minuti la partenza per Biella, è una cosa molto grave. Non ci sono cartelli indicatori, ma con l'aiuto di qualche buon'anima alla fine trova anche un ufficio dove gli danno informazioni: a Novara dovrà prendere il treno successivo, arrivando a Biella non alle 16:52 ma alle 18:58, solo due ore e 6 minuti di ritardo per un percorso di circa 100 km. Anche prendendo la coincidenza non a Novara ma a Santhià, le cose non cambierebbero di molto e oneri aggiuntivi sarebbero a carico dell'incolpevole "cliente".
E' un bel dire "usate i mezzi pubblici, l'auto inquina, la ferrovia è bella", è ecologico tassare le auto, è comodo tartassare gli automobilisti. Uno può anche pensare che tutto questo sia giusto. Ma poi si trova a dovere prenotare il viaggio e pagare multa se non prenota (forse è questo il principale scopo dell'obbligatorietà anche per treni praticamente vuoti), ad aspettare non i previsti 20 ma 50 minuti a Milano senza potersi sedere, non 9 ma 90 minuti a Novara  impiegando il tempo a scrivere lamentele. Così pensa con affetto alla sua vecchia, fedele, cara, costosa autovettura inquinante. Il treno l'ha fatto aspettare, il treno aspetterà un bel po' prima che torni a usarlo.
Sicuramente Trenitalia avrà rispettato tutte le clausole contrattuali da essa stese e da lui accettate con l'acquisto del biglietto, senza conoscerle, ma gradirebbe maggior rispetto dell'azienda verso i "clienti" e magari anche avere delle scuse per i disagi subiti, sempre che Trenitalia sia fatta anche di persone, umane. Ma ne dubita.    
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