martedì 21 settembre 2010

Marzo 2007

30/03/07

27/03/07

13/03/07

01/03/07

Il treno di Prodi

Il Governo Prodi sopravvive.
La supponenza, la protervia della sinistra italiana sono solo pari alla sua presunzione. Come si fa a dire l'Italia vuole questo e quello, parlare a nome dell'Italia quando si è una parte minoritaria di una coalizione che è maggioranza    solo per uno 0.06%, magari dovuto al caso, alla fortuna, o al fatto che un italiano su 1700 non ha votato perchè era ammalato o aveva impegni che riteneva prioritari o si trovava fuori del comune di residenza o che ha sbagliato a fare il segno sulla scheda o altro. Bastava un nonnulla per avere il risultato invertito.
Ma dicono con enfasi che hanno VINTO le elezioni e che LORO sono il Paese.
E invece di ringraziare la buonasorte che gli ha concesso una maggioranza consistente alla Camera e tutelare anche i meno fortunati (all'opposizione), vogliono tutto il potere come se davvero rappresentassero TUTTO il Paese e incolpano la malizia della destra che non gli ha consentito la stessa maggioranza al Senato. Tacciono al loro popolo che il Senato non è la Camera perchè così vuole la Costituzione, che la legge elettorale è stata modificata in tal senso su richiesta del Presidente Ciampi. Non dicono che se Camera e Senato fossero identici
sarebbe ancora più assurdo di quanto già non sia far votare due volte una legge in due sovrabbondanti rami del Parlamento. Hanno preferito cancellare con un referendum anzichè correggere in aula la riforma costituzionale tendente a porre rimedio alle storture vigenti: era stata fatta dalla Destra e pertanto SBAGLIATA. Anche la riforma da loro fatta con la maggioranza di qualche voto dicono che è sbagliata, ma lo dicono con il consueto ritardo e non gli serve di lezione; intanto rimane.
Non può fare molta strada un treno in cui il macchinista della locomotiva di testa voglia andare a Milano, quello della locomotiva di coda a Napoli e il capotreno accontentare l'uno e l'altro, con un unico obiettivo comune: stare sul treno.
Io penso che le difficoltà dipendano dalla difformità degli obiettivi, dall'esito del voto, dall' odio contro Berlusconi che se serve da collante per la coalizione impedisce il dialogo con l'altra metà degli italiani. Ma se invece dipende esclusivamente dalla legge elettorale, mi piacerebbe conoscere quale sarebbe stato il risulto con la legge precedente, fermi restando i voti ricevuti.
Mi preoccupa il concetto di democrazia manifestato da molti esponenenti di questa maggioranza, che dicono unita (coesa) e che quindi dovrei ritenere condiviso. Hanno dichiarato "voto per questo governo solo perchè altrimenti torna Berlusconi". E' un'esplicita ammissione di essere minoranza nel Paese e di non volere rispettare la volontà dei cittadini. Reclamano il voto popolare contro la base di Vicenza, ma negano agli italiani il diritto di scegliersi il governo che desiderano. D'altro canto è lo stesso concetto che manifestavano nei paesi "democratici" dell'est Europa: una volta al governo libere elezioni erano del tutto inutili.
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